Cambio vita, o meglio cambio per costruire la vita che desidero.
“Quante volte hai pensato di cambiare vita?
E quante volte lo hai fatto davvero?“
Ecco la domanda che ho fatto qualche giorno fa alle iscritte alla mia newsletter (iscriviti per ricevere anticipazioni e molto altro) e come ho detto loro, se sei come la maggior parte delle persone avrai risposto “tante” alla prima domanda e “mai” alla seconda… ed io fino a poco tempo fa ero proprio come te. Poi però ho deciso che le cose così non mi stavano più bene.
Nell’anno che ha cambiato me stessa, permettendomi finalmente di curare la mia anima, ho capito una cosa fondamentale che mi ha portata poi a decidere di specializzarmi come coach e a creare il progetto Felicità su Misura: la felicità è soggettiva. Il successo, il benessere, le condizioni necessarie per sentire che stiamo bene davvero, sono assolutamente personali. I miei bisogni di serenità sono diversi dai tuoi, la quantità di soldi che ci fanno sentire sicuri dipendono dallo stile di vita che immaginiamo per noi stesse, la soddisfazione deriva da parametri solo nostri. Io fin da quand’ero ragazzina ho capito che c’erano delle cose che desideravo, perché, in linea con le mie potenzialità, quando le mettevo in atto mi facevano sentire al posto giusto e perché, in linea con i miei sogni, quando le immaginavo nel mio futuro mi vedevo proprio come sentivo di essere dentro: completamente espressa. Potremmo riassumere il tutto in 3 concetti: scrivere, lavorare in proprio e viaggiare.
Eppure negli anni mi sono lasciata convincere dalla società e anche dalle persone care che me lo raccomandavano con amore, che era meglio scegliere altre strade, strade più sicure (sicure per chi?), più tradizionali, meno complicate, meno nuove. E così ho fatto, e devo dirti che non me ne pento perché ho saputo sfruttare al massimo le strade convenzionali per creare le basi per ciò che sto per affrontare ora. Ho acquisito conoscenze e competenze, ho investito in una casa (che trovo sia sempre un buon patrimonio) e sono riuscita a mettermi via un buon fondo di risparmio. Solo che… solo che non ero soddisfatta. Solo che continuavo a cercare una via d’uscita.
Vivevo il piano A, ma continuavo a pensare al mio piano B. E non volevo mollarlo, perciò tenevo i piedi in due scarpe, facevo passettini, cercavo di avere abbastanza forza ed energia e tempo per fare tutto, creando dentro di me sempre più disagio, perché quando mi alzavo e dedicavo ore al piano A mi rendevo conto di sparire e quando poi il mio tempo risicato poteva essere destinato al piano B mi ritrovavo.
Poco più di un anno fa mi sono fatta una promessa: avrei cambiato le cose nel giro di pochi mesi.
Ma non l’ho fatto. La verità è che ho avuto paura. La verità è che non mi sentivo pronta ad abbandonare le certezze. Ma quando scegli di restare dove sei devi fare i conti con quello che ti rimane e quando ti accorgi che non ti basta, allora devi fare qualcosa.
Quello che ho fatto è stato iniziare a mettere le basi per costruire la mia EXIT door. E a pochi mesi dalla fine del mio piano d’azione, la vita ha deciso che era il momento di scombinare le carte, e beh, io ho colto l’occasione.
Mentre eravamo a Disneyland Paris, Boy ha ricevuto un’offerta di lavoro, dopo aver superato due colloqui, ed io gli ho detto di accettare, anche se avrebbe comportato dei cambiamenti per noi due. Dei cambiamenti che inizialmente abbiamo rimandato al 2024, perché io avevo ancora da fare… Poi però ci siamo guardati ed abbiamo detto: ma se non lo facciamo adesso, quando lo facciamo?
Così che abbiamo deciso di voler costruire una vita migliore. Per entrambi.
Allora ho dato le dimissioni, dopo quasi tredici anni di lavoro, mi sono licenziata per dedicarmi completamente al mio piano B. Perché quella è la vita che voglio. Perché mi merito di dare spazio ai miei sogni e alle mie potenzialità. Perché è giusto che io lasci un lavoro che non mi rappresenta più, a favore della costruzione di un progetto che mi fa stare bene e che mi fa sentire viva e al posto giusto.
E per fare le cose in grande: io e Boy ci trasferiamo in Toscana, a Grosseto, dove avrà sede la nuova opportunità di carriera e crescita di Boy.
Sono entusiasta e ho paura, ma sono pronta a mettermi in gioco, sono pronta ad avere coraggio, sono pronta a tirarmi su le maniche, perché la mia idea di Felicità su Misura parte da qui. Perché voglio essere padrona del mio tempo e voglio ricominciare a scrivere davvero, voglio lavorare in proprio totalmente per far crescere il mio progetto e voglio essere libera di viaggiare quando voglio.
Ho deciso di fare il primo passo, un grande passo, e sono qui per aiutare te a fare lo stesso, a comprendere qual è la tua idea di Felicità e a creare una vita su misura che corrisponda a quell’idea.
Come lo faccio: attraverso percorsi, corsi, viaggi e i miei scritti (il blog, i romanzi e i manuali).
Perché ti meriti di diventare la vera Boss della tua vita, come me lo merito io.
Che ne dici, iniziamo?