Cos’è l’autoefficacia e come puoi usarla per migliorare la tua vita, come ho fatto io.

Oggi voglio raccontarti di quella volta in cui ho usato la mia autoefficacia e di come mi ha cambiato la vita.

Innanzitutto però ti starai chiedendo: cos’è l’autoefficacia?

L’autoefficacia (terminato coniato dallo psicologo canadese Albert Bandura) è il nostro personale riconoscimento nell’essere più o meno capaci nel gestire una determinata situazione od attività. Si sviluppa attraverso la nostra esperienza diretta, cioè a seconda degli episodi che viviamo, che ci aiutano ad immagazzinare informazioni che ci portano a riconoscere se possediamo ed in quale misura le capacità per affrontare un tale evento o portare a termine un determinato compito. Più sviluppiamo il nostro senso di autoefficacia, più attiviamo la nostra autostima.


Autoefficacia – giudizio personale legato alla nostra capacità di fare qualcosa
Autostima – giudizio personale legato alla nostra percezione di essere in un determinato modo


C’è però da tenere conto che spesso il nostro senso di autoefficacia può essere inficiato o promosso da fattori esterni, come ad esempio:

  • il confronto con le esperienze altrui;
  • i giudizi che provengono dalla società (credenze sociali, aspettative della comunità in cui viviamo);
  • ed infine i giudizi che ci vengono dati dai nostri affetti diretti on dalle figure di riferimento (genitori, insegnanti, amici).

Ti racconto di me: per anni sono stata convinta di non saper parlare in pubblico. Al solo pensiero diventavo rossa come un peperone e ti assicuro che sulla mia tintarella di luna il rossore risalta parecchio, e l’unica cosa a cui riuscivo a pensare è che se solo ci avessi provato avrei fallito. Questo mi aveva portata in passato a sentirmi davvero male (mal di pancia e senso di nausea) ogni volta che mi ritrovavo a dover affrontare qualcosa in cui il focus era sulla presenza orale, e a convincermi sempre di più che scrivere era la mia unica soluzione di comunicazione. Ogni esame universitario che non prevedesse una penna per me è stato un’agonia… e quando a marzo di questo 2022 ho terminato il mio primo corso come Life Coach, dove per sei lezioni 15/20 donne mi avevano ascoltata parlare senza che mi impappinassi nelle parole o prendessi il colore di un aragosta, mi sono chiesta: ma come ho fatto a cambiare così tanto? Come ho fatto a combattere le mie paure? E soprattutto, chi avrebbe mai detto che avrei potuto amare così tanto fare questo tanto da desiderare di inserirlo sempre di più nel mio business? (E sì, sarà così, quindi stay tuned ed iscriviti alla newsletter per non perderti nulla)

La risposta è arrivata quando mi sono messa a ripensare all’evento che aveva sbloccato la mia convinzione limitante e a cosa aveva fatto la differenza perché ciò si realizzasse.

Nel 2018 ho deciso di intraprendere un nuovo percorso di studi, cosa che dopo la lenta agonia dell’università non avrei creduto di ripetere, ed ho deciso di iscrivermi ad un Master in Social Media Communication. Un argomento che mi interessava particolarmente e di cui mi occupo tutt’ora sia per me stessa che per altri (lo sapevi?). Le lezioni si svolgevano per la maggior parte da remoto online in autonomia ed in parte in presenza a Milano, ed il percorso di studio si sarebbe concluso con la realizzazione e l’esposizione di un project work di gruppo. Non vedevo l’ora di mettermi alla prova, c’era solo una cosa che però mi mandava in forte crisi: ci avevano detto che durante l’esposizione del progetto tutti i componenti di ogni team avrebbero dovuto parlare davanti alla classe.

Panico. Come avrei fatto?!

Eppure il giorno dell’esame fu un successo. Non solo ricevetti dei complimenti dal professore, ma una delle mie compagne di team mi disse che l’avevo lasciata a bocca aperta quando mi aveva passato il telecomando per gestire la presentazione ed io avevo attraversato la stanza per avvicinarmi allo schermo, avevo gesticolato per dare più enfasi ai punti cruciali del nostro progetto ed avevo parlato a ruota libera raccontando tutto il processo di creazione.

Come avevo fatto a realizzare questa piccola, ma per me enorme, impresa? Avevo allenato la mia autoefficacia, nel modo in cui si fa anche nel processo di Life Coaching per aiutare le mie clienti ad affrontare differenti situazioni. E vi racconto questo perché quando vi dico che il coaching vi può cambiare la vita è perché l’ho provato e lo applico direttamente su me stessa prima di proporlo a voi.


Come sviluppare l’autoefficacia quindi?

1.Concentrandosi sulle esperienze dirette

Chiediamoci: Ci sono state delle esperienze simili nella mia vita in cui sono riuscita a raggiungere il risultato? Cosa mi ha aiutato a raggiungere il risultato? Cosa posso usare anche in questa occasione?

La verità è che avevo affrontato tutti i miei esami universitari orali con molta ansia e malessere, ma che li avevo sempre superati, molto più di quelli scritti ad essere sincera. Già prendere coscienza di questo mi aiutò a rendermi conto che mi stavo concentrando sul modo in cui mi ero sentita e non su quello che ero in grado di realizzare. Concentrarmi su cosa fare più che su come farlo, era stato uno dei trucchi che mi aveva aiutato a passare quegli esami ai tempi, quindi anche questa volta invece che pensare a come avrei presentato il project work, spostai la mia attenzione sul progetto stesso, di cui inoltre ero molto fiera.

2.Ispirandosi agli altri

Paragonarci agli altri può inquinare moltissimo la percezione di noi stessi ed attivare in noi comportamenti sabotativi che ci fanno fallire anche in cose in cui solitamente siamo bravi. Succede a tutti, per questo è importante ricordarci che quando stiamo affrontando una sfida, o semplicemente un momento della nostra vita, non stiamo facendo una battaglia fra noi e gli altri, ma stiamo vivendo un MEvsME, cioè ci stiamo confrontando solo con noi stessi. Gli altri però sono intorno a noi e possono insegnarci ed ispirarci ad essere migliori.

Chiediamoci: Ti viene in mente qualcuno che può esserti d’ispirazione per questa attività? Cosa puoi imparare dal suo comportamento? Come puoi utilizzarlo a tuo vantaggio?

Nel lavoro che facevo a quei tempi, in una multinazionale del beauty, ogni trimestre seguivo le presentazioni dei nuovi lanci e dei piani marketing e commerciali che facevano i mie colleghi. Vedevo quindi molte persone fare quello che avrei dovuto fare io il giorno dell’esame del master. Ho iniziato quindi a riflettere sul loro atteggiamento, su come si muovevano, su dove si posizionavano rispetto allo schermo. Ed ho provato a fare lo stesso invece di nascondermi in un angolino come avrei voluto fare inizialmente. Funzionò!

3.Allontanare i pensieri negativi e limitanti

Come abbiamo detto all’inizio i giudizi della società e delle persone vicine a noi possono inficiare il nostro senso di autoefficacia e non solo (possono avere effetti sulla nostra autostima, sulle nostre relazioni affettive, sul nostro stato psicofisico) per questo è importantissimo intraprendere percorsi che ci aiutino ad allontanare i pensieri negativi e sostituire le convinzioni limitati con punti di vista aperti, costruttivi e positivi. In alcuni casi sarà necessario lavorare con dei professionisti, a volte il più indicato sarà lo psicologo, altre il coach. Altre volte possiamo fare una parte di percorso da soli.

Chiediamoci: Questo pensiero mi appartiene o mi è stato affibbiato da qualcuno di esterno? Questa è la mia opinione sulla questione oppure deriva dalla comunità/società in cui vivo? Cosa penso davvero io?

Alle scuole medie sono uscita con “Buono” come voto complessivo ed il consiglio da parte di alcuni insegnanti di non farmi fare qualcosa di troppo impegnativo alle scuole superiori. Quel giudizio mi è pesato molto più di quanto ai tempi avessi fatto credere agli altri. Quel buono per molto tempo mi è sembrato un: è brava sì, ma non abbastanza. Ora con una laurea, un master e tre specializzazioni quel giudizio mi sembra lontanissimo da me. Ma per molto tempo, e non ti nego che qualche volta quel pregiudizio torni a bussare alla mia mente anche ora, mi è sembrato l’unico modo di definirmi. Allontanarmene, rendermi conto che c’erano state una serie di condizioni esterne che non mi avevano permesso ai tempi di esprimere le mie capacità, sviluppare le mie personali potenzialità mi ha permesso di capire che potevo essere quella a cui il professore faceva i complimenti, perché possedevo le capacità per realizzare ciò che volevo e mi meritavo di fare ciò che volevo io.

4.Prendersi cura delle emozioni e dello stato fisico

Diventare rossa, avere mal di pancia, voler rigurgitare erano sensazioni che il mio corpo mi mandava per mettermi in allarme prima di un evento di un certo genere, solo che non lo faceva per sabotarmi come pensavo all’inizio o per sottolinearmi che non ero capace; il mio corpo mi stava dicendo: guarda che stai per vivere qualcosa di importante quindi prenditi cura di te.

Ignorare le nostre emozioni ed esigenze non è mai una buona idea, perché il corpo e la mente, ed anche il cuore sì, non sono nemici, ma alleati. Sta a noi ascoltarli però.

Chiediamoci: Cosa sto provando a livello emotivo? Cosa sto provando a livello fisico? Cosa mi farebbe sentire meglio? Cosa mi potrebbe aiutare?

A volte basta poco per avere un impatto positivo sul nostro modo di sentirci dentro e fuori.
Quando feci l’esame per esempio scelsi di indossare degli abiti che mi facevano sempre sentire a mio agio, non dovermi preoccupare del mio aspetto sollevò la mia mente da una preoccupazione. Ed è un sistema che applico spesso anche ora per le situazioni importanti.

Chiamare un’amica o mia madre, oppure Boy, per parlare insieme e sciogliere il nodo di tensione è uno degli altri sistemi che utilizzo quando devi affrontare qualcosa che mi mette ansia.

Mangiare meglio, stando attenta ai mie problemi di salute, mi aiuta a gestire meglio un sintomo, come quello del mal di pancia, a cui so di essere soggetta.

Ascoltarci ed agire di conseguenza, è necessario per eliminare tutte quelle componenti che possono contaminare negativamente il nostro senso di autoefficacia.


Ecco quindi come sono passata dal non voler nemmeno dare gli esami universitari a tenere un corsi in presenza per la crescita personale: sviluppando il mio senso di autoefficacia.

Che ne dici di iniziare a sviluppare anche la tua personale percezione? E se desideri un supporto in questo processo possiamo farlo insieme.

Lisa Merzi

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