Se hai già l’ansia di tornare al lavoro dopo le ferie, ecco cosa che devi sapere.

Ti sto immaginando, conti i giorni che mancano alle tanto agognate vacanze estive, stai aspettando con ardore il momento in cui imposterai l’Out of Office sulla mail aziendale e metterai in valigia spensieratezza e relax, oppure sei già in ferie, ti godi le giornate tra spiaggia o passeggiate in montagna, gusti ogni pasto con tranquillità senza controllare l’orologio per tornare attiva dopo la pausa risicata che hai di solito, se ti chiedo dove hai messo il telefono aziendale alzi le spalle e non lo sai… Eppure, dentro di te, in quell’angolino del tuo cervello c’è un pensiero fisso: io non voglio tornare al lavoro! Conosco bene questa sensazione, la conosco perché fino ad un anno fa circa ero come te, poi però mi sono licenziata. Eppure in questo articolo quello che voglio fare non è consigliarti di dare le dimissioni. No, aspetta io mica me ne sono pentita, però ascoltami…

Se non ci conosciamo già, mi presento, io sono Lisa, sono una Life&Travel Coach che aiuta le donne a costruire la loro Felicità su Misura, ma anche una blogger che scrive di vita e di viaggi. Fino allo scorso anno lavoravo come Visual Merchandiser d’area in una multinazionale del settore beauty, un lavoro che ho fatto per circa tredici anni e che mi ha vista affrontare alti e bassi, che ho gestito di volta in volta, fino a comprendere che non era più il lavoro per me. Ma appunto, prima c’è stato molto altro, perché se ad oggi hai già l’ansia all’idea di tornare al lavoro dopo le ferie, oggi ti voglio dire quello che forse non sai e invece dovresti considerare.

ansia da rientro al lavoro

Dare le dimissioni non è l’unica soluzione.


Ho capito di essere infelice nel lavoro che stavo facendo, circa 5 anni prima di licenziarmi. E no, restare non è stata una pazzia, ma una scelta. Una scelta dettata dalle esigenze, come ad esempio il mutuo da pagare (perché sì, non sono una di quelle Coach che ti dicono di saltare senza rete di sicurezza o di non tenere conto dell’oggettività della vita, anzi), e una scelta dettata anche dalla capacità di mettermi in dubbio. Che è quello che voglio far fare a te oggi: guardare con occhio critico la situazione che stai vivendo per capire se davvero licenziarti sia la soluzione giusta oppure se magari esiste una strada più giusta per te.

L’insoddisfazione professionale è infatti una condizione comune e ce lo dicono i dati che raccontano infatti che solo 3 persone su 10 si sentono pienamente soddisfatte della loro posizione lavorativa (ricerca del 2023 effettuata dal gruppo MAW e W-Group). I dati però ci dicono anche che i motivi di questa insoddisfazione non sono sempre un mancato allineamento tra la posizione ricoperta e le proprie attitudini, quanto piuttosto: la mancanza di uno stipendio adeguato allo stile di vita, uno sbilanciamento tra vita e lavoro, la mancanza di crescita professionale, elevati livelli di stress o rapporti negativi con superiori o colleghi. Ecco perché prima di dire “voglio cambiare lavoro”, dovremmo iniziare a chiederci: perché voglio cambiare lavoro?


A volte non devi cambiare lavoro, ma cambiare il lavoro.


Nella mia esperienza mi sono ritrovata ad disinnamorarmi e rinnamorarmi del mio lavoro più volte, ed ogni volta è accaduto perché c’era qualcosa che non funzionava e, identificandola, ho potuto agire di conseguenza per intervenire su di essa.

Il punto è che magari in questo momento potresti provare ansia all’idea di riprendere a lavorare perché:

  • Ricopri da anni la stessa mansione e ti stai annoiando;
  • senti che ti mancano le sfide e che quindi non hai opportunità di crescita;
  • l’ambiente intorno a te si è fatto tossico per diversi motivi;
  • stipendio ed orari attuali non sono allineati al tuo stile di vita;
  • hai perso il tuo Perché profondo.

Cosa si fa in questi casi? Non per forza si lascia quello che si sta facendo per intraprendere un percorso diverso!

Innanzitutto ci si dovrebbe, come abbiamo visto, chiedere cosa stiamo provando, da dove viene il nostro disagio e la nostra insoddisfazione. Poi ci si dovrebbe fare una potente domanda: se potessi risolvere questa problematica (colleghi antipatici, noia, mancati avanzamenti di carriera, stipendio migliore, orari migliori, recupero della motivazione), vorrei ancora cambiare lavoro?

La verità è che spesso rispondendo a questa domanda scopriamo che quello che non funziona non è il lavoro in sé, che magari ci piace o ci da ciò di cui abbiamo bisogno, ma il modo in cui stiamo vivendo il lavoro, per motivi sotto al nostro controllo o meno. Ed è qui allora che si può andare a lavorare.

Ad esempio potresti:

  • trovare una Motivazione allineata a te. Come sta facendo la mia cliente C. che ha legato al suo lavoro uno scopo prezioso e ora sa perché si alza ogni mattina;
  • fare proposte e adeguare lo stile di lavoro a quello di vita che desideri. Come ha fatto E. su mio consiglio e con il mio supporto, ottenendo la possibilità di lavorare in smart working 3 giorni su 5 e recuperando tempo e denaro;
  • scegliere di investire tempo ed energie per ottenere un avanzamento di carriera;
  • provare a cambiare reparto. Io per esempio per un periodo dedicai alcuni giorni al mese a lavorare su un progetto completamente diverso in azienda;
  • scoprire le tue Potenzialità per ridare carica a ciò che fai quotidianamente. Come ha fatto la mia cliente M. che mettendo a fuoco i suoi punti di forza si è resa conto che può dare più di ciò che credeva e ha riacquistato voglia di fare e autostima.

Come puoi vedere nel caso delle mie clienti e nel mio in passato, per ritrovare la soddisfazione siamo passate da strade alternative al cambiamento verso l’esterno, per lavorare invece verso l’interno con percorsi su Misura. E pure tu potresti seguire questa strada. Da sola o con il mio supporto.


insoddisfazione professionale cosa fare

Se invece ti vuoi proprio licenziare… preparati a farlo!


Ad un certo punto, dopo aver provato diverse strade e aver perso completamente la passione per ciò che stavo facendo, ho messo a fuoco che pur risolvendo tutte le varie causali, non avrei ritrovato la soddisfazione. Questo perché la mia professione non era più allineata alle mie attitudini e alla mia Visione ed io desideravo invece per me stessa un lavoro dove poter esprimere tutta me stessa. Cos’ho fatto allora?

No, non mi sono licenziata subito. Ma mi sono preparata a farlo.

Lavorando sulla mia Visione, sui miei obiettivi, sulla sicurezza in me stessa, sulla crescita delle mie Potenzialità, sulla formazione, sulla gestione dei soldi, sulla creazione di un fondo di sicurezza, sullo sviluppo delle mie capacità, sulla creazione di strade alternative e su molto altro… Mi sono preparata ed è così che ho potuto licenziarmi avendo in mano già le basi della mia attuale attività, un fondo che mi permettesse di vivere tranquilla per almeno un anno/un anno e mezzo, la possibilità di acquistare un auto senza fare un finanziamento (prima avevo solo l’auto aziendale quindi era un acquisto necessario) e iniziare a vivere secondo lo stile di vita che desideravo, facendolo diventare realtà sempre di più.

Quindi, tornando a ciò che ti ho detto più sopra, il mio consiglio non è di saltare, ma di costruire un ponte.

Per aiutarti a farlo sto creando qualcosa di speciale. Se vuoi scoprirlo in anteprima, non ti resta che iscriverti alla mia newsletter.


Quindi, ora che siamo arrivati a questo punto, mi piacerebbe davvero sapere se vuoi ancora cambiare lavoro o meno. Se ti va quindi, raccontamelo nei commenti! E se hai domande, sono qui per rispondere.

Lisa Merzi

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