Cose che non faccio come viaggiatrice, Travel Coach e Blogger.

Viaggiare, insieme a scrivere e a fare la Coach, è tra le attività che più amo al Mondo, ed è anche per questo che ho voluto unire tutte le mie passioni diventando una Life&Travel Coach e una blogger che parla di viaggi, crescita personale e lifestyle. E anche se quest’anno ho rallentato un po’ con i viaggi, in seguito alla scelta di diventare una libera professionista a tempo pieno e all’organizzazione del matrimonio (ma tranquille che mi rifarò con il viaggio di nozze!), la mia mente è sempre in attività per organizzare esplorazioni a lungo e a breve raggio. Ci sono però dei principi su cui ho costruito il mio modo di scrivere e raccontare viaggi, il mio modo di far viaggiare gli altri per supportare la loro crescita personale e il mio modo di vivere come viaggiatrice; ed oggi ti voglio raccontare cosa non faccio come viaggiatrice, Travel Coach e Travel Blogger.

Pronta a partire?


Non scelgo e non parlo mai di hotel o strutture in cui si spendono più di 400€ a notte


Mi piace viaggiare godendomi un po’ di lusso? Sì. Ma ho deciso di darmi dei limiti e di non scrivere, consigliare, prenotare o raccontare hotel, B&B, appartamenti di Airbnb o qualsiasi voglia altra opzione che abbia prezzi, a mio parere, esagerati. Mi sono data un tetto massimo, ma in realtà io cerco di restare molto più bassa con il budget. Perché ho scelto di fare così? Perché: penso che esista il lusso accessibile (spesso basta cercare per bene prima di prenotare o trovare piccoli compromessi); penso che il lusso sia qualcosa di relativo (per me lusso è avere un balconcino vista mare, uno Starbucks a due passi, una colazione internazionale dove posso ordinare le uova in camicia); non sopporto quando seguendo altri Travel Blogger vedo strutture in cui una stanza a notte costa come metà di uno stipendio medio; penso che sia importante stare comodi, ma che alla fine in hotel ci si passi davvero poco tempo (e se ci voglio stare di più opto per un bell’appartamento!).


Non prenoto mai tutte le entrate ai punti di interesse, né lo faccio fare


Questa può sembrare una cosa sbagliata da fare, ma voglio spiegarti meglio le mie motivazioni. Quando scelgo di visitare determinati luoghi, mi informo sempre sugli accessi, gli orari e i biglietti per tutte le attrazioni principali, poi faccio una lista di priorità chiedendomi: non posso tornare a casa senza aver almeno visto? Così prenoto le entrate di questi luoghi per me importanti e poi, poi lascio il resto al caso. Per: non riempire tutta la giornata e darmi la possibilità di avere tempi liberi per esplorare senza piani e vivermi il luogo; permettermi di scoprire opportunità non previste (a Madrid così facendo visitai il Museo Reina Sofia gratis, scoprendo mentre ero là che in occasione di una festività locale l’entrata era gratuita e ad Amsterdam ebbi la possibilità di vedere la Casa di Anna Frank in orari straordinari di apertura) e darmi la possibilità di scegliere cosa fare e vedere rispetto all’umore del momento (è così per esempio io e Chiara ci siamo ritrovate immerse in una piscina di palline da Ikono invece che dentro il Pantheon a Roma). Per questo anche quando creo gli itinerari per le mie clienti, lascio sempre spazio per scoprire, cambiare idea, ascoltarsi.


Non parto mai, e non faccio partire, senza essere informata su tutto


Esiste un sito essenziale per i viaggiatori e per chiunque stia per partire, ed è: viaggiaresicuri.it . Qui c’è la base di tutte le informazioni fondamentali di cui tenere conto prima di partire, sia che si stia in Europa, sia che si viaggi più lontano. E dopo aver letto per bene la scheda del Paese di riferimento presente su questo sito, passo sempre a fare una ricerca ad ampio spettro online per reperire più informazioni possibili rispetto a norme, gestione dei pagamenti, attenzioni da avere per la salute, consigli di altri viaggiatori. Perché se ci sono aspetti su cui si può improvvisare (come visitare un museo o meno), ce ne sono altri dove invece non si può. Per questo prima di partire, quando costruisco un itinerario per qualcuno o quando racconto di un viaggio sul mio blog, mi impongo di avere e dare tutte le informazioni utili e pratiche di cui si deve tenere conto.


Non vado in cerca del cibo italiano e non consiglio ristoranti italiani (a meno che…)


Viaggiare significa immergersi nella cultura del luogo, in maniera totale, e questo significa che in mezzo al deserto non puoi chiedere un piatto di spaghetti e a Londra non puoi aspettarti di mangiare una carbonara perfetta e il gelato non ha sempre lo stesso gusto, se lo compri in Centro America non lamentartene. Amo il cibo etnico e questo per me è sicuramente un vantaggio nell’adattarmi alla cultura locale, ma mangio tipico perché soprattutto credo che mangiare qualcosa di diverso da ciò che conosciamo sia un’opportunità non solo di scoprire nuovi sapori, ma anche di scoprire noi stesse, poiché i sapori portano alla luce ricordi ed emozioni, e ogni volta che usciamo dalla nostra comfort zone riveliamo parti di noi di cui non eravamo a conoscenza. C’è però un’eccezione alla mia regola, anzi due. Una è quella relativa alle esigenze alimentari: se hai un’allergia e sai che nei ristoranti italiani puoi trovare ciò che ti serve, è giusto che tu ti appoggi a questa sicurezza. L’altra, legata al mio modo di vivere il viaggio, è la pizza. La pizza l’ho mangiata in vari posti nel Mondo (a San Diego condividendola con il gruppo di studenti nel mio appartamento, su una spiaggia a Saint Andrew in Scozia, a Dublino in uno dei locali più premiati, a Bali per ben due sere di seguito…), ma l’ho sempre fatto quando i miei viaggi superavano i 6 giorni (il mio stomaco italiano ha questo limite massimo di astinenza da pizza ahahah), e con la consapevolezza che non sarà mai la pizza che mangio qui, perciò con l’umiltà conseguente di non lamentarmi per le normali differenze.


Non torno mai a casa uguale a prima


Il viaggio è cambiamento, scoperta, esplorazione, crescita e se non parti con l’intento di tornare a casa diversa, che senso ha partire? Anche la più semplice vacanza al mare può mettere in luce nuovi aspetti, contaminarci in maniera positiva, metterci in contatto con nuove persone che possono arricchirci con le loro storie. Se non sei pronta a lasciare che il Mondo ti racconti qualcosa che non sapevi su te stessa, viaggiare intorno ad esso, perde potere, perde senso. Come viaggiatrice voglio tornare a casa con un bagaglio di cose che non conoscevo su me stessa e con nuove prospettive, come Travel Coach voglio che le mie clienti conoscano se stesse attraverso l’esplorazione dei luoghi per immergersi tra luci e ombre che danno vita a nuove strade, come Travel Blogger ci tengo a raccontare i luoghi che mi hanno cambiata, le connessioni che mi hanno formata, le esperienze che mi hanno resa diversa da ieri.

E tu, cosa non fai come viaggiatrice? Raccontamelo nei commenti e dimmi cosa ne pensi dei miei principi.

Lisa Merzi

P.s. Ti piacerebbe viaggiare con me o che io crei un itinerario di viaggio per te? Scopri QUI i miei percorsi di Travel Coaching.

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