Puglia e Gratitudine.
Eccola qui la mia parola chiave di queste due settimane passate in Puglia.
Sono appena tornata a casa e questa parola risuona forte ancora dentro di me, segno che ho saputo prendermi cura di quello che provavo e farne profondo tesoro da portare anche nei giorni a venire.
La Puglia quest’anno è stata lenta la prima settimana, veloce la seconda, ed io mi sono sentita profondamente rigenerata. Anche se lo ammetto, non ho parlato poi molto in queste settimane, cosa che a volte mi succede e fa sembrare che degli altri mi importi poco, o che io sia un pochino snob, a volte persino antipatica; quando semplicemente a volte il mio silenzio corrisponde a pura pace. Non ho avuto particolari parole da sprecare, vuoti da colmare, pensieri da buttare fuori. In questi giorni caldi di terra pugliese e mare cristallino, mi sono semplicemente presa cura di me, facendo un bagno lungo nella gratitudine.
Mi sono sentita grata ogni volta che ho sentito uno dei miei sei nipoti, dalla piccola di 3 anni al grande di 19, chiamarmi Zia. Mi sono sentita grata di condividere con loro una giornata allo Zoo, di fare una risata, di dare un consiglio, di abbracciare stretto stretto, di sorridere insieme, di farci gli scherzi, di insegnare come si danno i bacini da eschimese, di vederli cresciuti di un anno in più e di vederli crescere, e mi sono sentita grata, profondamente grata, della possibilità di vederli diventare sempre più grandi in futuro. Una possibilità che spero la vita mi permetta di vivermi passo dopo passo, senza storie interrotte.
Mi sono sentita grata di stare in famiglia con i miei suoceri ed i miei cognati, e non solo. Grata pure dei battibecchi, dei balli a ferragosto, delle canzoni di altri tempi, dei modi di fare di ognuno di loro che pian piano diventano comportamenti che conosco, della fiducia nel sapere che mi prendo cura dei loro figli (che sono i miei nipoti), del cibo cucinato con amore, dei film d’altri tempi e del volume troppo alto della TV, di vederli chiacchierare tra loro e sentire un qualcosa nel petto che non lo so nemmeno io cos’è, ma mi piace.
Mi sono sentita grata del tempo passato con Boy. Del modo in cui a volte mi guarda, del fatto che mi sento assolutamente inadeguata a renderlo felice ma che farlo felice è una cosa a cui tengo moltissimo. Grata della nostra serata a Campomarino, che come gli ho detto, ogni estate è una delle mie serate preferite, dove basta poco e non serve nulla, eppure mi sembra di avere tutto lì con lui. Grata di aver scoperto Taranto vecchia mano nella mano con lui, di aver passato un pomeriggio ed una cena con degli amici con cui condividiamo la spola Nord/Sud, di ogni volta che ha scelto qualcosa solo perché sapeva di farmi contenta. Grata di ogni volta che mentre lavoravamo insieme al mattino mi ha chiesto un consiglio, un’opinione, un supporto, ed io ho potuto fare lo stesso.
Ed infine, ma non per importanza, mi sono sentita grata per me stessa. Perché qualche settimana fa pensavo di essermi persa di nuovo ed invece sono qui, forse anche più lucida di prima, più presente di prima, più decisa di prima. Mi sono sentita grata di essere riuscita a fermarmi, a non scappare, a prendere coscienza delle cose che voglio e di quelle che mi servono. Grata di essermi presa cura di me ascoltandomi davvero, di aver fatto scelte anche piccole che però corrispondevano veramente a ciò che mi serviva. Grata di aver vissuto al mio ritmo, capendo che ritmo voglio avere sempre. Lento, ma allegro. Grata di aver detto ciò che penso e provo, di aver mostrato una mia insicurezza senza paura. Di aver preso piccole decisioni dentro di me che forse avranno risvolti grandi sulla mia vita. Grata di aver avuto fiducia, di aver manifestato, di aver creduto che la fine non era arrivata, ma che anzi davanti a me c’è una nuova strada.
Quindi ecco, se dovessi scegliere una sola parola per raccontare queste settimane di vacanza, anche se ho lavorato quasi tutti i giorni (e l’ho adorato), in Puglia… scegliere senza nessun dubbio: GRATITUDINE.
E tu: qual è la tua parola di queste vacanze 2022?