Come diventare ottimista: impara a controllare e a gestire i tuoi pensieri.

Sai quando ti dicono che per cambiare la tua vita devi cambiare i tuoi pensieri? Per molto tempo ho pensato che fosse una baggianata, fino a che non ho deciso di testare quel principio su di me e… hey, a quanto pare funziona! Adesso a seguito di un evento negativo, dopo un primo momento di fisiologico sconforto, ho imparato a gestire i miei pensieri e a riportare il focus sul presente, combattendo la tendenza al catastrofismo ed al pessimismo, ed attivando in me nuove forze e nuove possibilità. Come ci sono riuscita? Decidendo di diventare un’ottimista!


Ma cos’è un’ottimista? Partiamo dal dire che NON è colui che chiude gli occhi davanti agli eventi brutti, ignorandoli ed andando avanti nonostante tutto; quello non è ottimismo, ma illusione od ingenuità. L’ottimista è colui che crede che gli eventi brutti siano temporanei e delimitati ad aree specifiche della sua vita, ed attiva in sé un sistema di resilienza per combattere la negatività. Inoltre pensa che gli eventi belli abbiano il potere di migliorare anche il resto della sua vita e trova in questo la forza per fare sempre un passo avanti. Il pessimista di contro tende a credere che le cose negative siano costanti e durature e che influiscano su tutti gli aspetti della sua esistenza. E’ chiaro quindi che non si tratta, come siamo soliti pensare, di vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, ma di saper attivare un meccanismo di analisi e controllo sui nostri pensieri, per poter agire con coscienza e mettere confini a ciò che non va; così da poter proteggere gli altri ambiti della nostra vita e concentrarci sul migliorare solo situazioni specifiche, senza disperdere le nostre energie ed attivando nuove capacità d’azione.


Ma come si diventa ottimisti? O meglio, come si possono controllare i propri pensieri per attivare l’ottimismo? Uno dei metodi è il modello ABCDE di Martin P. Seligman, il fondatore della psicologia positiva, grande sostenitore del potere dell’ottimismo.

Il modello ABCDE

Il modello si basa su cinque fasi: le prime tre sono tendenzialmente non sotto al nostro controllo, la quarta totalmente sotto al nostro controllo (è in essa che avviene il vero processo di gestione dei nostri pensieri) e la quinta dipende dalle nostre capacità di attivare il miglioramento.

  1. Avversità (Adversity): identifica l’evento negativo che accade nella nostra vita;
  2. Convinzione (Belief): sono le convinzioni che automaticamente si attivano in noi quando si verifica un determinato evento (es. Vado male ad un test, mi convinco che è perché non sono abbastanza bravo per poter raggiungere i risultati necessari a fare quel determinato lavoro);
  3. Conseguenze (Consequences): sono l’effetto che hanno le convinzioni sulle nostre azioni (es. Mi metto a studiare sempre di meno perché tanto non ne vale la pena);
  4. Messa in discussione (Disputation): questo è il punto centrale, cioè il momento in cui attivate un controllo sui vostri pensieri e imparate a gestirli mettendo in discussione le convinzioni che si sono accese in voi in seguito all’evento negativo (es. Prima di rinunciare al mio sogno di fare quel lavoro, riprendo in esame come mi sono preparato al test, perché c’è da tenere conto che ho avuto anche una forte influenza che mi ha reso molto stanco negli ultimi mesi e che quando potevo studiare ho avuto la tendenza a distrarmi con i social);
  5. Energizzazione (Energization): è il processo di cambiamento e di attivazione di nuove soluzioni ed azioni per ottenere nuovi risultati (es. Tenendo conto di ciò che ho compreso, organizzerò meglio il mio studio dandomi anche il giusto tempo per riposarmi e svagarmi, così da avere la giusta energia per realizzare il mio obiettivo, perché so che è quello il lavoro che voglio fare e posso riuscirci!).

Il focus è il punto numero 4, che ci invita a mettere in discussione i nostri pensieri, cosa che possiamo imparare a fare da soli, ma anche con il sostegno di una life coach come me (se vuoi saperne di più clicca qui). Ma come si può creare una reale discussione capace di confutare e/o chiarire le nostre idee negative? Seligman suggerisce quattro metodi:

PROVE: Davanti ad una convinzione il primo modo per metterla in discussione è analizzare le prove oggettive. (es. Davvero non sono abbastanza bravo? Qual è il voto che ho preso negli altri test? Quanti esami ho superato ed in quanti invece ho fallito? Quanto tempo ho dedicato a studiare per questo specifico test? E’ un tempo sufficiente per la mole di materiale di studio?)

ALTERNATIVE: Ogni cosa che accade può avere più di una causa. Alcune dipendono da voi ed altre no. Iniziate ad elencare tutte le cause possibili, soprattutto quelle modificabili (non ho studiato abbastanza ore), quelle specifiche (è la materia più difficile di tutto il corso) ed impersonali (il professore era di cattivo umore ed ha fatto domande più insidiose del solito). Cercate invece di non concentrarvi sull’opzione più catastrofica (non sono abbastanza bravo per poter fare quel lavoro). Fate una valutazione generale della situazione a seguito di tutto le alternative possibili, la situazione è ancora così drammatica?

IMPLICAZIONI: Potrebbe accadere che le prove e le alternative confermino la vostra convinzione (ho fatto pietà in tutti i test ed ho studiato poco e di malavoglia). A questo punto bisogna “decastrofizzare” la situazione e ragionare sulle implicazione della cosa: es. questo significa che non sono portato per fare il lavoro che voglio o che non sto investendo bene le mie energie? Questo vuol dire che sono un disastro o che forse il mio desiderio non mi appartiene così tanto? Questo modo di mettere in discussione i nostri pensieri può essere anche risolutivo ed innovativo rispetto a strade che stiamo percorrendo senza le giuste basi: motivazione, convinzione, attinenza ai nostri veri desideri di felicità e di realizzazione. Non cogliamo l’occasione per sentirci dei falliti, ma piuttosto per identificare nuove strade: es. So che voglio fare quel lavoro, quindi è ora di rendere questo obiettivo la mia priorità VS ho intrapreso questa strada per far contento mio padre, è il momento di capire cosa voglio io.

UTILITA’: Qual è il senso di restare attaccati a questa convinzione che avete? Chiedetevi qual è l’utilità di pensare che le cose sono così per quel tale motivo e che andranno così per quel tale motivo, non è che state trovando delle scuse per voi stessi? Torniamo al nostro esempio, non è che convincervi che non siete abbastanza bravi è la scusa per sostenere la vostra pigrizia e il vostro desiderio di passare più tempo su TikTok che a studiare? Che senso ha ciò se davvero desiderate realizzarvi con quel lavoro? Sta a voi decidere a questo punto cos’ha più valore: sostenere le vostre personali scuse od obiezioni, o sostenere la vostra capacità di modificare la situazione in favore di una vita migliore.


Perché il punto della questione è: per quale motivo dovrei essere ottimista? Il motivo è che per costruire una vita che vi renda autenticamente felici e che vi doni benessere, bisogna passare da varie fasi, tra queste c’è la costruzione di emozioni positive. Verso il passato, il presente ed il futuro. E l’ottimismo si colloca proprio qui: nella capacità di creare per noi stessi emozioni positive (di fiducia, di gioia, di ispirazione, ecc) verso ciò che verrà. E mai come ora, dopo questo 2020, abbiamo bisogno proprio di guardare al futuro con speranza.

Quindi: sii ottimista.

Lisa Merzi

1 Comment

  1. Felicità: cos’è e come la puoi raggiungere. – Lisa Merzi Maggio 5, 2021 at 4:00 pm

    […] imparo a vivere emozioni positive verso il mio futuro, portando nella mia vita l’ottimismo. Qui, ti ho raccontato come diventare più ottimista. Ed infine posso avere una vita piacevole portando […]

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